Sono un rapper sconosciuto. Senza produzione, distribuzione, etichetta, investimenti. Faccio in casa. E si sente.

Tutto quello che scrivo viene dal cuore. E si sente.

Appassionato di filosofia morale e politica, particolarmente di Herbert Marcuse, nei miei testi vive ciò che penso, perché ciò che penso è ciò che vivo. E si sente.

Appassiato di rap italiano vecchia scuola, mi piace definirmi come un precursore del genere New Classic. E si sente.

Non saprei nemmeno come contare le volte in cui sono salito su un palco dal 1998 ad oggi. Ma sono ancora troppo poche. Ho cantato davanti a 5 persone come davanti a 1000. Nei baretti come su palchi di festival importanti. Mi emoziono ogni volta in cui salgo di nuovo su un palco. Con davanti 5 o 1000 persone. E si sente.

Sono ancora sconosciuto. Dopo tutti questi anni. Perché nel frattempo ho vissuto. Tanto. E si sente.

Non ti resta che ascoltarmi.


 

RESHO & MASTROBEAT

Mentre vivevo a Verona per l’università, ho avuto la fortuna di conoscere Mastrobeat, a mio avviso uno dei produttori più originali dell’underground italiano. Con lui sono nati due dischi ufficiali e un progetto rap/dub step.

Abbiamo fatto molti live insieme e abbiamo ancora diversi progetti in cantiere.

Mastrobeat è un poliedrico creatore e fruitore di musica, ama solcare il mare inquieto dei generi musicali, navigando con maestria tra frequenze, battiti al minuto e onde sonore. Studi classici (violino, pianoforte, contrabbasso), parte attiva di numerosi progetti (MGDK / Tiberias Towa Sound System il principale), attualmente risiede a Londra, alla ricerca del sound perfetto.

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